Erano i capei d’oro a l’aura sparsi: riassunto, analisi e commento

Questo sonetto è stato composto tra il 1339 e il 1347. E’ incluso nella raccolta principale di opere di Petrarca, cioè il Canzoniere. Vi propongo il testo integrale, il riassunto del contenuto e l’analisi.

Erano i capei d’oro a l’aura sparsi – Testo:

Erano i capei d’oro a l’aura sparsi
che ’n mille dolci nodi gli avolgea,
e ’l vago lume oltra misura ardea
di quei begli occhi, ch’or ne son sì scarsi;

5e ’l viso di pietosi color’ farsi,
non so se vero o falso, mi parea:
i’ che l’esca amorosa al petto avea,
qual meraviglia se di sùbito arsi?

Non era l’andar suo cosa mortale,
10ma d’angelica forma; e le parole
sonavan altro che, pur voce umana;

uno spirto celeste, un vivo sole
fu quel ch’i’ vidi: e se non fosse or tale,
piagha per allentar d’arco non sana

Erano i capei d’oro a l’aura sparsi – Contenuto

Laura assume gli aspetti di un’apparizione sovrumana, con alcuni elementi tipici della “donna angelo”, di tradizione stilnovista. Tuttavia nelle ultime due terzine il sentimento passa dall’allegria alla tristezza e al dolore per via dell’invecchiamento della donna amata e dello sfiorire del suo bell’aspetto; in particolare l’attenzione del poeta si sofferma sul colore e l’aspetto dei capelli della sua donna. Sembra inoltre, che l’amore di Petrarca non è ricambiato da Laura, che sembra assumere maggiormente il ruolo di figura statica e quasi estranea al poeta e soprattutto all’amore di quest’ultimo.

Erano i capei d’oro a l’aura sparsi – Analisi

Il sonetto è formato da 2 quartine e da 2 terzine e la rima delle quartine è incrociata (ABBA), mentre le terzine presentano rime in forma sciolta (CDE e DCE). Il poeta loda la bellezza di Laura con un’iperbole, definendola angelo. Il sonetto si basa sull’opposizione tra la bellezza di Laura e il sentimento interiore del poeta. La bellezza di Laura muta con il passare del tempo e da ciò ne deriva l’alternanza dei tempi verbali (presente, passato) di queste rappresenta due diversi momenti della vita del poeta. Usando tempi verbali al passato Petrarca descrive come era il suo amore per Laura, ma anche come si presentava e come appariva la stessa in un periodo lontano al momento in cui l’autore compone il sonetto. Per i verbi al passato usa l’imperfetto e il passato remoto, per descrivere il primo incontro con Laura. Utilizza invece il presente quando descrive il cambiamento dell’amata, sia nell’aspetto fisico che nell’atteggiamento nei suoi confronti.

Nelle due quartine emerge la collocazione di Laura nella natura. Inoltre la bellezza della donna non è irreversibile, è invece terrestre, quindi destinata a scomparire con la vecchiaia. Nelle altre due terzine la donna viene infatti descritta come un angelo e come qualcosa di soprannaturale paragonabile ad un dea.

Figure retoriche:

L’autore usa figure retoriche come una similitudine nel verso 1 per descrivere i capelli di Laura, una sinestesia nel verso 2 (dolci nodi), un’iperbole nel verso 2 (che mille dolci novi gli avolgea), un’anafora che Petrarca utilizza nel verso 3 e continua nel verso 5 per dare enfasi e maggiore vigore al suo sentimento oltre che al sonetto.

La metafora che il poeta compone nell’ultimo verso è molto efficace e letteralmente il suo significato è che una ferita provocata da una freccia non guarisce nemmeno se si allenta la corda dell’arco che l’ha scagliata. Con questo il poeta vuole dire che il suo amore per Laura non cambierà mai anche se negli anni l’ aspetto dell’amata cambierà e non sarà più dotata della grazia e della bellezza originari.

Concludendo l’elenco delle figure retoriche vi ricordo che in questo brano è usato il senhal. (Cliccate qui per vedere l’articolo in cui è stato scritto).

Ritmo:

Nelle due terzine presentano un ritmo più scorrevole e veloce, per la presenza di alcuni enjambement nei versi 9-10 (“Non era l’andar suo cosa mortale ma d’angelica forma) 10-11 (e le parole sonavan altro che pur voce umana”) e nei versi 12-13 (“Uno spirto celeste, un vivo sole fu quel ch’i vidi”). Nelle quartine, invece, il ritmo della poesia è molto lento e spezzato dalla presenza consistente di punteggiatura.

Infine…

Se non avete chiaro alcuni concetti, scrivete pure qui sotto nei commenti e non dimenticate di valutare l’articolo, qui sotto.

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