Francesco Petrarca: l’infanzia, la fama con le opere e gli anni ad Arquà

Benvenuti in un nuovo articolo di CheMondo, il sito che vi offre riassunti per la scuola. Oggi, vi forniremo un riassunto breve della vita dell’autore del Canzoniere: Francesco Petrarca.

Il trasferimento in Francia e i primi studi

Francesco Petrarca nacque ad Arezzo nel 1304 da Eletta Canigiani e dal notaio ser Pietro di ser Parenzo, guelfo di parte bianca esiliato da Firenze due anni prima. Si trasferì con la famiglia in Francia , poiché il padre trovò impiego presso la sede papale di Avignone. A Carpentras dove si stabilirono, compì i studi sotto la guida di Convenevole da Prato, notaio ed esule come il padre. In seguito seguì gli studi di diritto presso l’università di Montpellier insieme al fratello e poi presso Bologna. Ritornato ad Avignone, frequentò la corte papale, prese gli ordini minori e condusse per alcuni anni vita mondana.

L’incontro con Laura e la carriera ecclesiastica

Nel 1327 conobbe nella chiesa di Santa Chiara la donna con il nome di Laura, di cui si innamorò. Abbandonati gli studi giuridici, incominciò a dedicarsi alla lettura degli autori classici. Per garantirsi una rendita nel 1330 scelse la carriera ecclesiastica, optando per la tonsura e il celibato, ed entrò come cappellano di famiglia al servizio del cardinale Giovanni Colonna. Fece alcuni viaggi che gli consentirono la ricerca di manoscritti antichi: a Liegi scopri due orazioni di Cicerone. Nel 1333 incontrò il frate Dionigi di Borgo San Sepolcro (dove Boccaccio conobbe le opere del Petrarca) , determinante per la sua evoluzione spirituale: gli donò una copia delle “Confessioni” del filosofo latino Agostino. Ne farà il suo interlocutore nei dialoghi del “Secretum“. Maturava intanto la sua avversione nei confronti della curia avignonese. Nel 1335 indirizzò un’epistola a papa Benedetto XII, esortandolo a riportare la sede papale a Roma, città che visitò per la prima volta nel 1336, restandone deluso.

Le sue prime opere e l’incoronazione poetica

Nel 1337 nacque il suo primo figlio. Lo stesso anno, desideroso di una vita solitaria, lasciò Avignone e comprò una casa in Valchiusa, poco distante da Avignone. Qui iniziò la scrittura di due opere in latino, il “De viris illustribus” (Gli uomini illustri) , e il poema epico di ispirazione virgiliana “Africa“, sulla seconda guerra punica, entrambe incompiute. Compose inoltre versi in latino, e in volgare, le quali entreranno a far parte del Canzoniere. Intanto cresceva la sua notorietà, come uomo di cultura e scrittore. Petrarca era molto ambizioso: con il poema in latino “Africa” aspirava a riprendere la tradizione epica inaugurata da Virgilio con “l’Eneide” e a far rivivere il ruolo assunto da Roma. In questo quadro va intesa la sua incoronazione poetica in Campidoglio, avvenuta l’8 aprile 1341 da parte del senatore Orso dell’Anguillara, dopo essere stato esaminato dal re di Napoli Roberto d’Angiò. Tornato ad Avignone conobbe Cola di Rienzo e affascinati dalla passata grandezza di Roma, aderì al progetto di restaurare un impero italiano.

La crisi e la collaborazione con Cola di Rienzo

Il 1343 fu per Petrarca l’anno della crisi spirituale, cui contribuì la nascita di una seconda figlia naturale, Francesca. Iniziò a scrivere il “Secretum“, a ordinare in una prima raccolta le rime in volgare, poi confluite nel “Canzoniere” e a stendere i capitoli dei “Rerum memorandarum libri”. Con il crescere della fama, aumentavano gli incarichi politici da parte del papa e dei vari signori con cui era in contatto. Come ambasciatore pontificio, nell’autunno del 1343 si recò in varie città e trascorse gli anni 1346-1347 a Valchiusa, scrivendo le opere di meditazione filosofica “De vita solitaria” e “De otio religioso“. Sollecitò nuovamente il ritorno del papa a Roma e si appellò all’imperatore Carlo IV di Boemia perché ristabilisse in Italia il potere imperiale. Nel 1347 accolse con favore l’impresa di Cola di Rienzo di instaurare un governo antinobiliare e popolare a Roma. Nel novembre la notizia della caduta di Cola fece lo fece fermare a Genova. Nel maggio del 1348 Laura morì, vittima della peste. Nello stesso anno scomparvero l’antico protettore del poeta, il cardinale Giovanni Colonna e gli amici carissimi. Nel 1350 compi diverse missioni diplomatiche in varie città italiane anche a Firenze, dove incontrò Boccaccio, cui si legò di fraterna amicizia. Trascorse in Valchiusa gli anni 1351-1353, cominciò a comporre le epistole “Sine nomine“, contro la corruzione della curia avignonese, con cui i rapporti erano peggiorati anche per la sua amicizia con Cola di Rienzo.

La vita a Milano, a Padova e Venezia

Nel maggio del 1353 abbandonò la Provenza e accolse l’invito dell’arcivescovo Giovanni Visconti di trasferirsi a Milano, dove iniziò il “De remediis utriusque fortunae” e “i Trionfi“. Intanto preparava una prima edizione del “Canzoniere” e catalogava per argomento le innumerevoli lettere in prosa latina scritte tra il 1325 e il 1361: le “Familiares“. Nel 1361 si stabilì a Padova, dove apprese della morte di peste del figlio Giovanni. Tra il 1362 e il 1370 visse tra Venezia, dove nel 1366 lo raggiunse la figlia Francesca con il genero, e Padova, sotto la protezione dei signori Carraresi.

Gli ultimi anni ad Arquà

Nel 1370 ripresosi da una sincope, si trasferì ad Arquà, dove aveva una casa. Confortato dalla presenza della figlia e visite di amici, tra i quali Boccaccio, revisionò le sue opere , completò “i Trionfi”, riordinò il “Canzoniere”. Morì nella notte tra il 18 e il 19 luglio 1374 e fu sepolto ad Arquà.

Infine…

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