Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono: riassunto, analisi e commento

Fu scritto tra il 1345 e il 1350 e fa parte del Canzoniere. La forma metrica segue lo schema delle rime incrociate. Costituisce il proemio del Canzoniere poiché ne spiega il suo contenuto.

Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono: Testo

Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono
di quei sospiri ond’io nudriva ’l core
in sul mio primo giovenile errore
quand’era in parte altr’uom da quel ch’i’ sono,

del vario stile in ch’io piango et ragiono
fra le vane speranze e ’l van dolore,
ove sia chi per prova intenda amore,
spero trovar pietà, nonché perdono.

Ma ben veggio or sì come al popol tutto
favola fui gran tempo, onde sovente
di me medesmo meco mi vergogno;

et del mio vaneggiar vergogna è ’l frutto,
e ’l pentersi, e ’l conoscer chiaramente
che quanto piace al mondo è breve sogno.

Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono: Riassunto

Nel sonetto Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono, posto in calce al Canzoniere, ma composto in anni più tardi , Petrarca si volge indietro ed opera un bilancio della propria esperienza amorosa. Infatti, rivolgendosi a chi, come lui, soffre pene d’amore, chiede comprensione e perdono perché l’amore per una donna terrena (Laura) lo ha traviato e lo ha allontanato dall’amore per Dio. Si presenta, come colui che ha sbagliato in passato ed ora se ne vergogna: il sonetto, pertanto, è al contempo inizio e fine, perché è posto all’inizio, ma ripercorre criticamente l’esperienza passata del poeta. In Dante, questi sentimenti di pentimento erano legati a diversi peccati; qui l’unico peccato è stato l’amore.

Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono: Analisi

Si intrecciano due piani temporali: il presente, che è il tempo della vergogna e del pentimento, e il passato, il momento dell’errore. Petrarca sente angosciosamente il fluire inesorabile del tempo, di cui sono una conseguenza inevitabile la vanità e la precarietà di tutte le cose terrene. La struttura è bipartita: il sonetto è, infatti, diviso nettamente in due parti: le due quartine e le due terzine. Nelle quartine, vi sono rime dai suoni dolci e armoniosi e si parla del pubblico e del contenuto dell’opera. Nelle terzine, notiamo un certo incupimento di significato, sottolineato dalle rime dai suoni chiusi e aspri, e scaturito dalle sensazioni di pentimento, derisione e vergogna che il poeta sente verso l’amore da lui provato, ch’egli considera come qualcosa di vano, al pari di ogni sentimento terreno soggetto alla morte. Questa concezione viene evidenziata maggiormente dall’ultimo verso del sonetto: “che quanto piace al mondo è breve sogno”

Alcune figure retoriche: allitterazioni della p che comunica ansia , polisindeto della e per rallentare il ritmo del sonetto.

Infine…

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